Metafisica marina

Metafisica marina

La direttrice australiana Simone Young debutta alla Scala con il primo capolavoro teatrale di Britten, un’opera in cui “il profumo del mare si sente ovunque”

Simone Young2(c)Sandra Steh sito quadrata

Stacanovista. Così si definisce la direttrice australiana Simone Young, ricercata dai più prestigiosi teatri del mondo per il carisma e l’attenzione per i dettagli. Il suo curriculum racconta la storia di un’artista di talento e di una coraggiosa apripista: dopo aver collaborato appena ventenne con autorevoli Maestri, come Daniel Barenboim, è stata la prima donna a dirigere la Wiener Staatsoper e, successivamente, i Wiener Philharmoniker; inoltre dal 2019 è direttrice principale della Sidney Symphony Orchestra. Questo mese Simone Young esordisce alla Scala con un titolo che le è particolarmente caro, Peter Grimes di Benjamin Britten.

 

LP Quali sono le sue aspettative in vista del debutto scaligero?

SY Nei miei quasi trent’anni di carriera ho diretto a Vienna, Berlino, Parigi, New York, Sidney… Credo che la Scala sia uno dei pochi grandi teatri d’opera in cui non avevo ancora lavorato: questa occasione per me è un sogno che diventa realtà. Inoltre, il cast che avrò a disposizione è eccezionale. Conosco tutti i cantanti e ho già collaborato con molti di loro; per esempio, con Nicole Car, che è australiana come me e che sarà Ellen, abbiamo eseguito di recente la Seconda Sinfonia di Mahler a Sidney. Il grande basso inglese Peter Rose non solo ha lavorato molte volte con me nei maggiori teatri tedeschi e austriaci, ma è anche un mio caro amico. Brandon Jovanovich e Ólafur Sigurdarson sono riconosciuti interpreti wagneriani e ritengo che saranno perfetti nei panni di Peter Grimes e di Balstrode.

 

LP Di quest’opera è in commercio un’incisione del 1958 con la direzione dell’autore e con Peter Pears, il primo interprete di Grimes, nel ruolo di protagonista. Questo disco è stato un punto di riferimento per lei?

SY È sempre interessante ascoltare un’incisione curata dal compositore. Britten in particolare è stato un grande musicista, pianista e direttore. Pears, a sua volta, aveva qualcosa di speciale nella voce e, in quanto amico e compagno di Britten, percepiva la musica in modo molto personale. Però anche Jon Vickers è stato un famoso interprete di Peter Grimes, benché proponesse una lettura completamente diversa da quella di Pears, meno lirica e più aggressiva. Credo che questo personaggio possa essere cantato da tenori di tipo differente. Personalmente, ho diretto l’opera più volte con interpreti molto diversi quali Jonas Kaufmann e Michael Schade. Jovanovich ha una voce molto flessibile: sono sicura che Grimes sarà un grande ruolo per lui.

 

LP Alla Scala l’opera sarà presentata con una nuova regia di Robert Carsen. Ha già avuto occasione di lavorare con questo regista?

SY Ho diretto molte delle sue produzioni, per esempio una sua Tosca ad Amburgo e Der Rosenkavalier lo scorso marzo al Metropolitan: si è trattato sempre di riprese, per cui non ho mai avuto un contatto diretto con lui. Questa sarà la prima volta che faremo qualcosa insieme. Nei mesi scorsi ci siamo sentiti e ci siamo scambiati varie mail: è stato un lavoro intenso e credo che il risultato sarà molto interessante, perché Robert e io amiamo sinceramente Britten.

 

LP Il suo personale interesse per Peter Grimes è in un qualche modo associato al fatto che lei, proprio come il compositore, è cresciuta in una città in riva al mare (in un caso Lowestoft, nell’altro Sidney)?

SY Le opere con atmosfere marine mi parlano in modo speciale. Per esempio, la mia opera favorita di Verdi è Simon Boccanegra, un lavoro in cui, come in Peter Grimes, sin dalla prima pagina si sente il mare. Nel finale, poi, è straordinario il momento in cui Simone respira per l’ultima volta la brezza marina. In Peter Grimes il profumo del mare si sente ovunque. Il mare è rappresentato musicalmente in modi diversi a seconda del tempo, dal sereno all’uragano; questi cambiamenti hanno un riflesso sul protagonista, il quale è un uomo che lavora con la natura ma anche contro la natura.

 

LP A proposito del protagonista, Peter Pears una volta lo definì in questo modo: “Non è né un eroe né un cattivo, è solo un debole uomo comune”. Si trova d’accordo?

SY Per me Grimes è principalmente un uomo perduto. È vero che non è un cattivo, ma è molto violento. Forse Pears intendeva dire che il personaggio è un uomo dall’animo debole in quanto non riesce né a controllare le sue passioni né a esprimere le sue emozioni attraverso le parole; questo è chiaro nel suo rapporto con Ellen, donna che ama, ma con la quale non riesce a essere gentile.

 

LP La prima volta che Ellen e Peter cantano insieme, alla fine del Prologo, sembra che possa esserci speranza per il loro amore…

SY Quando Grimes ed Ellen si incontrano, la musica diventa delicata e complessa, in contrasto con quella della società che è chiara e semplice. Il loro duetto è un piccolo momento a cappella contraddistinto dalla bitonalità, in quanto ciascuno canta in una tonalità diversa; nelle ultime battute, invece, il loro canto coincide completamente concludendo sulla nota Mi, molto importante perché si riferisce alla tonalità tipica di Grimes. Le grandi arie del personaggio sono in Mi e oscillano tra il maggiore e il minore, creando un’ambivalenza che si sente quasi in ogni frase.

 

LP Anche l’aria di Grimes “Now the Great Bear and the Pleiades” è in quella tonalità e, in più, la melodia vocale tende continuamente ad appiattirsi sulla nota Mi.

SY Anche quest’aria è come il mare. Certe volte la superficie del mare sembra piatta come uno specchio, ma nel profondo il movimento continua, pieno di mistero; così il canto di Grimes resta tranquillo, con una nota che si sente chiara e ripetuta, mentre l’accompagnamento orchestrale è più complesso. Il mistero delle profondità marine è in rapporto con il fatto che Grimes è in contatto sia con la natura sia con il mondo metafisico, ma è incapace di esprimersi.

 

LP Accanto a momenti come questo, di espansione lirica per i solisti, ci sono anche molti episodi riservati al coro.

SY Questa è una grande opera per il coro che, in quanto personaggio collettivo, assume un ruolo molto importante. È una delle opere che i cori amano, perché ci sono tanti piccoli ruoli per i solisti e perché la musica è di grande bellezza e difficoltà. Anche l’orchestra diventa un personaggio a sé stante durante gli interludi.

 

LP Nell’opera i rapporti tra le voci e l’orchestra sono molto vari. Nel finale, ad esempio, Balstrode chiede a Peter di tornare in mare per affondare la barca usando lo stile parlato, senza alcun accompagnamento.

SY Questo è un momento così triste che forse non era possibile per Britten metterlo in musica e scelse lo stile del dramma parlato per renderlo ancora più profondo. Neanche la Sprechstimme di Schönberg e di Berg avrebbe potuto funzionare meglio in questo episodio. Dopo queste parole c’è un lungo silenzio e poi si sente di nuovo la musica del sole che sorge e della vita del villaggio che ricomincia come in un giorno normale. È un finale stranissimo, ma credo anche che sia un finale perfetto.

 

Liana Püschel